FIAMMETTA BORSELLINO - News e Rassegna Stampa
«Quando uscivo di casa la mattina con papà, lo precedevo sempre, così se qualcuno l’avesse voluto colpire, io gli avrei fatto da scudo. Mi illudevo di poterlo salvare così, nella mia immaginazione era un eroe invincibile. A proteggerlo c’era la scorta, ma anche noi: io che nella mia ingenuità ero pronta a morire per lui, e tutta la famiglia che l’ha sempre accompagnato e sostenuto in ogni momento. Io ero la più piccola, e fino all’ultimo non ho mai abbandonato questo ruolo che piaceva sia a mio padre che a me. Avevamo un rapporto particolare perché a differenza di Lucia e Manfredi, sempre molto posati, studiosi e ubbidienti, io ero molto proiettata verso l’esterno, avevo un forte senso di indipendenza che poteva essere scambiato per ribellione: a 13 anni volevo viaggiare da sola, papà cercava di frenarmi e mi diceva: “Ma dove vai? Se poi m’ammazzano come fanno ad avvisarti?”. Era un modo per trattenermi, ma anche per esorcizzare il pericolo. E di prepararci a quello che poteva succedere: piccoli messaggi, lanciati di tanto in tanto, per non farci trovare impreparati». Fiammetta Borsellino
- 16.01.2021 - Fiammetta Borsellino: "La chiusura delle scuole rischia di consegnare migliaia di giovani alla criminalità organizzata"
- 10.12.2020 - Interventi di Fiammetta Borsellino con Universitá Studi Messina
- 18.6.2020 - Il racconto di Fiammetta Borsellino ai PM di Messina - Processo depistaggio a carico PM Palma e Petralia
- 5.6.02020 - Chiesta archiviazione per Palma e Petralia Fiammetta Borsellino.: "Questo Paese è incapace di onorare i suoi morti"
- 3.02.2020 - Depistaggio strage via d’Amelio, il duro commento di Fiammetta Borsellino “Nessun vuol fare emergere verità” “Penso ci sia una enorme difficoltà a fare emergere la verità. Non ho constatato da parte di nessuno la volontà di dare un contributo, al di là la delle proprie discolpe, a capire cosa è successo”. Lo ha detto, a margine dell’udienza del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via d’Amelio, Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso il 19 luglio 1992 commentando la deposizione dell’ex pm Nino Di Matteo. “Penso che nessuno di questi magistrati abbia capito niente di mio padre”, ha aggiunto. “Sembra che quello che riguarda Scarantino e il depistaggio delle indagini sia avvenuto per virtù dello spirito santo. Si tende a stigmatizzare la vicenda Scarantino come un piccolo segmento di una questione più grande. Io non penso che quello di Scarantino sia un segmento così piccolo” ha aggiunto.
“Ci si riempie la bocca con la parola pool ma io di pool non ne ho visto nemmeno l’ombra - ha aggiunto - perché quando ai magistrati si chiede come mai non sapessero dei colloqui investigativi, della mancata audizione di Giammanco, cadono dalle nuvole”. BLOG SICILIA - Processo depistaggio, l'accusa di Fiammetta Borsellino - La Repubblica
- Depistaggio strage via d'Amelio, il duro commento d Fiammetta Borsellino - Blog Sicilia
- Depistaggio Borsellino, la rabbia di Fiammetta: "Nessuno Palermo taday
- Borsellino, la rabbia di Fiammetta. "Verità taciuta dai pm - Giornale di Sicilia
- Processo depistaggio morte Borsellino, la figlia: non vedo RAI News
- Depistaggio via D'Amelio, Nino Di Matteo: “Non fu solo strage Il fatto Quotidiano
- Figlia Borsellino, non c'è volontà aiuto - Sicilia - ANSA.it
- Via D'Amelio, Fiammetta Borsellino: "Dai pm verità taciuta - Gazzetta del Sud
- 25.10.2019 - Fiammetta Borsellino e l'ergastolo ostattivo
- 16.10.2019 -Interviste tratte dallo speciale " PAOLO BORSELLINO, depistaggio di Stato" - video
- 24.09.2019 - Fare Luce su Giammanco
- 21.07.2019 - La famiglia Borsellino controllata a vista durante le indagine
- 19.07.2019 - Rassegna stampa - Fiammetta Borsellino - 27° Anniversario Via D'Amelio
- 19.07.2019 - Mi vergogno di questo Stato
- 17.07.2019 - Su indagini tante omissioni e irregolarità - Video
- 26.06.2019 - I giudici che hanno lasciato solo mio padre
- 12.06.2019 - Annacquata la memoria del sacrificio di mio padre in TV
- 23.05.2019 - Non abbassare la guardia! Abbiamo intervistato Fiammetta Borsellino, sull’importanza di far rimanere alta l’attenzione sulla mafia e sulla necessità di far conoscere queste vicende alle nuove generazioni con un nuovo messaggio di speranza. SEGUE
- 3.02.2019 - Vice presidente Commissione parlamentare antimafia, Jole Santelli e capogruppo di Forza Italia, Luigi Vitali, hanno chiesto al presidente della Commissione Nicola Morra, di ascoltare in commissione plenaria, Fiammetta Borsellino. "Le sue parole - dice Santelli - meritano il rispetto e la considerazione delle istituzioni e non possono passare in cavalleria"...LEGGI TUTTO - RASSEGNA STAMPA
- 19.05.2019 - IL DEPISTAGGIO? GRAVE OFFESA PER LA MIA FAMIGLIA E PER L'ITALIA INTERA”Abbiamo avuto indagini e processi fatti male. Oggi si sta cercando di capire grazie all’attività di nuove Procure perché tutto questo sia ... SEGUE
- 5.05.2019 - Perchè i magistrati non parlano ? La pista “mafia-appalti” per capire le stragi di Capaci e di via D’Amelio. Torna a ribadirla con sempre maggior forza a Fiammetta Borsellino, la figlia del magistrato coraggio che con Falcone stava indagando sui grandi lavori pubblici entrati nel mirino della delinquenza super organizzata, a partire da quelli per l’allora nascente Alta Velocità. Punta l’indice, Fiammetta, su quell’ultima bollente riunione che si svolse alla procura di Palermo cinque giorni prima del tritolo di via D’Amelio. SEGUE
- 13.04.2019 - CSM non ha fatto nulla . I topi stanno mangiando i faldoni delle stragi - RASSEGNA STAMPA
- 16.04.2019 - E' ora di aprire gli archivi dei Servizi segreti
- Fiammetta Borsellino attacca Di Matteo e Boccassini - IL FOGLIO 21.12.2018
- Lo sdegno di Fiammetta Borsellino - LIVE SICILIA 20.12.2018
- "Adesso parlino i magistrati che hanno disertato le audizioni" - PALERMOMANIA 20.12.2018
- "Di Matteo, Boccassini e Palma devono una spiegazione" 20.12.2018 - VIDEO
- "Mio padre lasciato solo da vivo e da morto" LIVE SICILIA 20.12.2018 - VIDEO
- 13.03.2018 - L'altra campana
- 13.02.2018 - CSM verso l'archiviazione - "Se avessero fatto il loro dovere... Commissione Csm verso archiviazione - Pratica aperta dopo esposto figlia magistrato ucciso. La Prima del Commissione del Csm e' orientata a archiviare la pratica che era stata aperta nella consiliatura precedente sulla base dell'esposto di Fiammetta Borsellino sui depistaggi nelle indagini sulla strage in cui persero la vita suo padre Paolo e gli agenti di scorta. In particolare la figlia del magistrato ucciso in via D'Amelio aveva chiesto di far luce sulle "disattenzioni" che ci sarebbero state sulle dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino. Il voto con l'approvazione delle motivazioni della proposta e' previsto per l'inizio di marzo. RASSEGNA STAMPA
- 19.07.2017 - 25 anni buttati al vento
Cosa disse mio padre su mafia appalti? Il 14 luglio, cinque giorni prima dell'attentato, ci fu una riunione alla procura di palermo avente come oggetto la questione del dossier mafia appalti proprio perchè i giornali montarono delle polemiche circa la conduzione dell'inchiesta. Vi partecipò anche Paolo Borsellino. La figlia ha fatto un'ottima domanda: "Qualcuno tra gli addetti ai lavori mi saprà dire cosa disse mio padre?". La questione, infatti, è tutta lì. Cosa chiese ai suoi colleghi visto che lui non aveva la delega per l'indagine? Spero che qualcuno sappia risponderle. La verità, a parer mio, è racchiusa tutta lì. VIDEO
Grossi pezzi dello Stato implicati, basta omertà - Tre poliziotti rinviati a giudizio. La figlia del magistrato: "Chi sa la verità parli" Sono accusati di calunnia in concorso con l'aggravante di aver agevolato con la loro condotta Cosa nostra. Secondo la procura nissena, avrebbero manovrato le dichiarazioni rese dal falso pentito Vincenzo Scarantino, costringendolo a fare nomi e cognomi di persone innocenti in merito all'attentato in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta.
Il silenzio degli uomini delle istituzioni peggio dell'omertà dei mafiosi. Perché tanta omertà? E dov'erano i magistrati quando i poliziotti istruivano Scarantino? - "La verità si saprà soltanto se chi sa parlerà e uscirà dall'omertà". Così Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso in via D'Amelio ha commentato la decisione del gip di Caltanissetta di rinviare a giudizio per calunnia aggravata i tre poliziotti implicati nel depistaggio delle indagini sull'attentato al padre. Fiammetta Borsellino e i suoi due fratelli si sono costituiti parte civili
Venticinque anni di depistaggi “Se mio padre fosse stato adeguatamente sostenuto e difeso dallo Stato al cui servizio lavorava, sicuramente non avrebbe fatto quella fine”. Così, oggi, una delle figlie di Paolo Borsellino, ucciso nella strage di via D’Amelio. Una dichiarazione che poggia su alcune risultanze processuali da cui emergono chiaramente sia la condizione di isolamento del magistrato negli ultimi mesi della sua vita sia i depistaggi successivi al suo omicidio. Micormega 3/2019
Processo? 25 anni buttati al vento "Sono venticinque anni buttati al vento, con pentiti creati a tavolino tra lusinghe e torture, condannati ingiustamente all'ergastolo". Lo ha detto Fiammetta Borsellino lasciando la Prefettura... LEGGI TUTTO
20 luglio 2012 - La rivoluzione della normalità e la verità che non c’è “E’ la prima volta, dopo tanti anni, che parlo in pubblico di mio padre, del nostro rapporto, oppure, più semplicemente, della mia scelta, fatta propria da tutta la mia famiglia, ... LEGGI TUTTO
La Radio Ne Parla - Radio Uno«Non far luce su tutte queste anomalie rischia di creare quei tanti buchi neri della storia italiana, dove convergono quegli attori e quelle inconfessabili ferite di un Paese che ha avuto molto da nascondere. ...LEGGI TUTTO
Il nostro obiettivo è cercare la verità su quanto accaduto, fare luce sull’operato dei magistrati all’epoca in servizio alla Procura di Caltanissetta, Giovanni Tinebra, Carmelo Petralia, Anna Maria Palma, Nino Di Matteo, quest’ultimo arrivato ... LEGGI TUTTO
Controllo anche sui magistrati - Le figlie del giudice: "Finora il Csm è stato purtroppo silente, chiarezza su queste distrazioni". "Questo è solo un punto di partenza". Fiammetta Borsellino, in foto, figlia del magistrato ucciso in via d'Amelio, aspettava le motivazioni della sentenza del processo LEGGI TUTTO . LIVE SICILIA 2.7.2018
La rivoluzione della normalità e la verità che non c’è “E’ la prima volta, dopo tanti anni, che parlo in pubblico di mio padre, del nostro rapporto, oppure, più semplicemente, della mia scelta, fatta propria da tutta la mia famiglia, di fare qualche passo indietro rispetto ai tanti, troppi ... SEGUE 20 luglio 2012
Non far luce su tutte queste anomalierischia di creare quei tanti buchi neri della storia italiana... SEGUE
Il nostro obiettivo è cercare la verità su quanto accaduto, fare luce sull’operato dei magistrati all’epoca in servizio alla Procura di Caltanissetta, Giovanni Tinebra, Carmelo Petralia, Anna Maria Palma, Nino Di Matteo, ... SEGUE
IL DUBBIO - Archivio interventi e interviste
FIAMMETTA BORSELLINO INCONTRA I GRAVIANO -
Agli assassini di mio padre ho detto: raccontate la verità, solo così sarete uomini liberi
Le parole di Graviano che riaprono la partita A far ripartire le indagini su Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi per le stragi di mafia tentate e riuscite del 1993-94 a Roma, Firenze e Milano, sono state le famose intercettazioni di Giuseppe Graviano. Il 10 aprile del 2016 il boss è a passeggio con il compagno di detenzione Umberto Adinolfi nel carcere di massima sicurezza di Ascoli. Il siciliano ricorda quando era stato chiamato a confermare le accuse del pentito Francesco Di Carlo, che aveva parlato anche di presunti investimenti del padre di Graviano a Milano: “Nel dicembre 2009 al processo Dell’Utri c’erano i giornalisti di tutto il mondo, te lo ricordi che si preoccupava?”. Graviano si era avvalso della facoltà di non rispondere ma leggeva nel pensiero di Marcello Dell’Utri, presente in aula: “si preoccupava, dice ... si chistu pa... a mia m’arrestano subito”. Graviano quel giorno del 2016 poi spiega di essere adirato per il trattamento subito e propone ad Adinolfi di far arrivare un messaggio minaccioso mediante un intermediario. A chi? Il boss non lo dice ma secondo l’accusa del processo Trattativa, si parlerebbe di Berlusconi. Graviano dice ad Adinolfi che bisognerebbe mandare un uomo a portare un messaggio a un terzo soggetto: “all’uomo ci si fa sapere: dici a Tizio che si comincia a presentare con tutto quello che sa lui”. Adinolfi è scettico. Capisce i rischi dell’operazione. Graviano prima di fargli la proposta di trovare un messaggero spiega al detenuto campano il contesto, partendo da molto lontano. Graviano spiega che il nonno materno, Filippo Quartararo avrebbe investito nel 1975 insieme a un suo amico e altri soci in un’attività. Nel 1982, quando muore il padre, Michele Graviano, ucciso dai fedeli di Bontate, Giuseppe comincia a esser messo a parte dei segreti di questi investimenti: “morto mio padre io sapevo qualcosa ma non sapevo tutto” finché il nonno vicino alla morte, quando il nipote è già latitante, nel 1985 gli disse tutto. A QUESTO PUNTO, Graviano dice: “Io avevo i contatti, giusto? Adesso passiamo a una fase molto delicata (...) a Roma lui voleva già scendere, ‘92 già voleva scendere e voleva tutto ed era disturbato per acchianari (cioè per salire, ndr) lo volevano indagare”. Adinolfi lo interrompe e con fare interrogativo dice: “Misi i luglio”, cioè sembra chiedere al boss: ‘La cortesia che ‘lui’ ti ha chiesto è riferita al mese di luglio 1992?’. Graviano (secondo l’interpretazione dei periti della Corte d’Assise, contestata dalla difesa Dell’Utri) dice: “Berlusca mi ha chiesto sta cortesia ....per questo è stata l’urgenza”. Poi il boss di Brancaccio passa a parlare di un politico: “Io credevo in questa situazione la popolazione era con noialtri, era innamorata” e in dialetto siciliano ripete: “iddru voliva scinniri in quel periodo c’erano i vecchi, elezioni ri vecchi, e iddru mi dissi ci vulissi una bella cosa”. Il senso sarebbe “lui voleva scendere in politica era disturbato dai vecchi e mi disse: ‘ci vorrebbe una bella cosa’”. Nessuno può sapere esattamente quale sia il senso di questa frase, a parte Graviano, ma un’ipotesi formulata dal pm Antonino Di Matteo, è che “quando Graviano parla di cortesia, teoricamente è possibile pensare che si riferisca a un eccidio, via d’Amelio, in cui è stato uno dei protagonisti principali. Mi rendo conto che sono ipotesi”, ammette il magistrato, ricordando però che “tanti tasselli ci fanno ritenere che la strage di via D’Amelio possa essere stata eterodiretta da ambienti e soggetti estranei a Cosa nostra”. La Procura di Caltanissetta, competente sulle stragi del 1992, però non ha iscritto Berlusconi dopo aver acquisito le intercettazioni sulla ‘cortesia del 92’ fatta da Graviano. SCELTA DIVERSA ha fatto Firenze per le stragi del 1993. Le parole di Graviano sono difficili da interpretare. Il boss potrebbe mentire volutamente per inviare messaggi depistanti. Nato nel 1963, Graviano è stato arrestato il 27 gennaio del 1994 a Milano con il fratello maggiore Filippo e da allora entrambi sono reclusi in isolamento. Boss precoce, scelto come capo del mandamento di Brancaccio scavalcando il primo e il secondogenito, era nel cuore del corleonese Riina nonostante fosse un palermitano. Il padre, Michele Graviano, era diventato ricco quando i suoi terreni agricoli avevano cambiato destinazione.
A Fiammetta Borsellino, che andò a trovarlo a Terni in carcere nel dicembre 2017 sperando di riuscire a smuoverlo, Graviano si raccontò così: “Vengo da una famiglia di possidenti, avevamo una concessionaria Renault a Brancaccio, Motel Agip, attività e terreni. Io andavo a scuola e contemporaneamente lavoravo, avevamo un terreno per costruire, eravamo una famiglia benestante, a 48 anni è morto mio padre ... avevo 18 anni”. Fiammetta Borsellino gli chiede: “Come trascorreva la sua vita?”. Il boss replica “io ero latitante (...) non voglio raccontare cose... mi sono trasferito al Nord”.Sostiene che faceva “commercio di carne con dei prestanomi”. Poi spara: “Frequentavo delle persone tra cui Baiardo Salvatore di Omegna sul lago D’Orta dove trascorrevo la latitanza. Frequentavo anche commercianti, familiari e avvocati e personaggi politici, tra cui anche quello ... lo dicono tutti che frequentavo Berlusconi ..... più che io era mio cugino che lo frequentava ... facevo una vita normale”. Come se fosse normale per un boss stragista frequentare Berlusconi. L’avvocato Niccolò Ghedini, quando svelammo l’intercettazione su www.iloft.it ci disse: “Nessuno ci ha mostrato questa conversazione. Comunque sapeva di essere registrato e potrebbe avere depistato. Non risulta nessun incontro di Berlusconi con Graviano o con qualcuno legato a lui. Tanto meno con un su o cugino”. MARCO LILLO sul Fatto del 02/10/2019
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a cura di Claudio Ramaccini Direttore Centro Studi Sociali contro la mafia - Progetto San Francesco