Appalti e mafia in edilizia
Educare alla Legalità a Fino Mornasco
Renzi al Centro Studi PSF di Cermenate
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Consegnato a Fiammetta Borsellino il voluminoso sommario dello Speciale "Paolo Borsellino, il coraggio della solitudine" curato dall'Ufficio Comunicazione PSF e pubblicato dal sito
'ndrangheta in Lombardia
La denuncia di FIAMMETTA BORSELLINO
PREMIO BORSELLINO / LEZIONE DI STORIA ALL’UNI.TE CON PRESTIPINO E GUARNOTTA
Procuratore nazionale antimafia alla "Settimana della Legalità"
Rassegna Stampa
Settimana della LEGALITA'
15 Settembre 1993, la mafia uccide Beato Pino Puglisi
Pio La Torre, un combattente che spaventò la mafia
- Chi era
- Archivio Pio La Torre
- Per tutta una vita
- L'uomo che incastrò la mafia
- L'antimafia dei comunisti - intervento di Giuseppe Pignatone
Perché uccidono Pio La Torre?
Probabilmente perché ha capito che la Sicilia sta cambiando padroni.
E' mafia quella che spara. Ma non è solo mafia quella che fa di Palermo una sconfinata tonnara.
<E' una città dove si fa politica con la pistola>>, dice sempre agli amici Pio La Torre.
E' laboratorio criminale e terra di sperimentazione per accordi di governo da esportare a Roma, è porto franco, capitale mondiale del narcotraffico, regno di latitanti in combutta con questori e prefetti, onorevoli mafiosi e mafiosi onorevoli.
Palermo è sospesa in una calma irreale, lontana dalle inquietudini e dalle tensioni che in quegli anni attraversano l'Italia. Un mondo ai confini del mondo dove, all'improvviso, l'incantesimo svanisce.
C'è un nuovo patto fra il crimine delle borgate e delle stalle e quell'altro dei salotti e dei palazzi. Un patto per sacrificare qualcuno e salvare qualcun altro.
E' un' intuizione che porta Pio La Torre verso la morte.
Pio La Torre è tenace, intransigente, fiero. E' uno che non si piega mai. E poi dentro di sé, palermitano di una poverissima borgata, nasconde un gran sapere, ha i codici per decifrare ciò che sta avvenendo. E tutta l'autorevolezza per rappresentare quella Sicilia in tumulto su, a Roma: a Botteghe Oscure, ai dirigenti del suo partito, al parlamento.
Pio La Torre è pericoloso. Parla due lingue. Sa tradurre il siciliano in italiano.
E' questo il movente più probabile della sua uccisione.
Il suo ritorno nell'isola -è il settembre 1981- agita, dà fastidio. Lo conoscono. Lo temono. Lo fermano a colpi di mitraglia a pochi chilometri da dov'è nato. (Da -UOMINI SOLI- di Attilio Bolzoni)
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